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venerdì 23 maggio 2014

I PRIMI 3 ANNI del TRENTENNIO che ha DEVASTATO l’ITALIA (1915 – 1945)

Questo periodo storico è convenzionalmente diviso in due tempi (Ia Guerra Mondiale e IIa Guerra Mondiale, diciamo, per comodità di comunicazione; anche se, in un’ottica più ampia, va tenuto conto che la Ia Guerra Mondiale, per il resto del Mondo, ebbe inizio il 23 luglio 1914, con l’attentato di Sarajevo; mentre la IIa Guerra Mondiale finì progressivamente, in Italia, in Europa, nell’Aprile – Maggio 1945, e, definitivamente, nel Pacifico, il 15 Agosto del ’45, con la resa del Giappone). In realtà, per quanto riguarda l’Italia si è trattato di un’unica FORCA CAUDINA, che ha sfibrato e polverizzato la CONSISTENZA POLITICA del nostro PAESE; per cui, pur essendo esso caratterizzato, come sempre è stato caratterizzato, da grande LABORIOSITA’ e CAPACITA’ d’IMPRESA, non ha mai più recuperato quell’enorme perdita e, a tutt’oggi, ha una VALENZA IRRILEVANTE nel PANORAMA INTERNAZIONALE. I PRIMI 3 ANNI (1915 – 1918), che nella nostra pubblicistica, vengono riassunti come “PARTECIPAZIONE ITALIANA alla PRIMA GUERRA MONDIALE” ma che, in realtà, raffigurano la PARTECIPAZIONE ITALIANA ai primi passi della ROVINA di quello che sarebbe stato il Paese più bello e interessante del Mondo, se i suoi stessi abitanti non lo avessero MASSACRATO, sono stati DETERMINANTI, e può, tranquillamente, affermarsi che tutto quel che segue trova in essi, in quei tre anni, fertili RADICI: Le rovinose e anacronistiche guerre coloniali, il Fascismo, la sconfitta nella IIa Guerra Mondiale, gli eccidi e i crimini di guerra, commessi con pari ferocia e vastità da noi e contro di noi, la guerra civile, l’”americanizzazione forzata” del nostro Paese, incapace di esprimere una propria identità, progressivamente da Sud verso Nord, il malaffare, la soggezione al Vaticano ecc. sono DIRETTI DERIVATI di quel triennio, e ancora oggi, anzi forse con maggiore presa oggi (ma auspicabilmente, proprio per questo, in modo, per così dire, TERMINALE), AVVELENANO tutti e il FUTURO dell’Italia e dei giovani. Il 24 MAGGIO prossimo ricorrerà il 99° anniversario dell’entrata in guerra dell’ITALIA (dopo aver già cambiato casacca); già sento venticelli di FESTEGGIAMENTI, ma quando ci spaccheranno letteralmente i marroni a baionettate, con la RETORICA di quella bufala che fu, per l’Italia, la Ia Guerra Mondiale, sarà l’anno prossimo: CENTESIMO ANNIVERSARIO. Già intravedo film e fiction… il Piave, Redipuglia e compagnia cantante… celebrativi: di che cosa? 3 ANNI di esaltazione postuma, quando (grazie ad altri e, in particolare, agli Anglo-americani) la GUERRA fu, per i nostri “alleati”, vinta; e, per noi “risultò” VINTA; 3 ANNI di grande VERGOGNA, per i giri di valzer che avevano caratterizzato la CLASSE POLITICA DIRIGENTE ITALIANA, le brutture, l’incapacità, e l’ottusaggine che avevano comportato inutili e, con un minimo di saggezza, evitabili MASSACRI di militari e civili; la successiva impreparazione e vanità nella gestione del periodo postbellico (che avrebbe dovuto, comunque, essere favorevole per noi), a loro volta figlie degli obbrobri di prima. In definitiva, la Ia Guerra Mondiale non è stata altro che il PRIMO TEMPO, poi però c’è stato l’INEVITABILE (probabilmente) tragico DEFINITIVO SECONDO TEMPO, consistente nella IIa Guerra Mondiale. L’origine di TUTTI i NOSTRI GUAI, col picco nel “fascismo”. Questa è la situazione. Come si fa a inneggiare, brindare e festeggiare con la fanfara, per la VITTORIA del primo tempo, con uno scarso e stentato 1 a ZERO (in mezzo a oceanici bagni di sangue italiano, che sono stati, ignobilmente voluti da un’INSULSA CLASSE DIRIGENTE); quando poi il II° TEMPO l’abbiamo DEFINITIVAMENTE perso 43 a 1 (e poteva andare anche peggio), come è ben noto (ORMAI, che un po’ di chiarezza FATICOSAMENTE s’è fatta, non ci si può più nascondere nemmeno dietro il “solito” dito del “non sapevo”)? Tutti quelli della mia generazione ricorderanno quando a scuola, ci prendevano per il culo (e in gran parte ancora adesso lo fanno), facendo finire il PROGRAMMA col “15/18” e poi… “siamo ai nostri giorni”, dicevano, e noi, con la bocca aperta e il cervello chiuso, annuivamo. Aveva ragione Curzio Malaparte, vincere una guerra è facile, il DIFFICILE è PERDERLA. Che si fa, allora? Si chiudono tutti e due gli occhi perché tanto il POPOLO BUE si abbevera a qualsiasi pisciatoio? Però non è il massimo della vita! E con quali intenzioni, poi? Veramente ci siamo rincoglioniti tutti a ‘sto punto? Capirei se fosse l’occasione per SBATTERE la VERITA’ STORICA alla RIBALTA dell’evidenza, facendo vedere QUALI PORCATE furono alla base e furono commesse durante il conflitto, e quali GRAVISSIME e DETESTABILI CONSEGUENZE ci furono; ma non credo proprio, perché siamo pur sempre in Italia (“Italiani, brava gente?” Del Boca docet) e poi… per dire questo, e cioè LA VERITA’, non è necessario attendere nessun ANNIVERSARIO. Dalle celebrazioni, anche scenografiche, mi aspetto la solita crocerossina che muore col tricolore in mano; la quale, povera crista, in un ultimo anelito, dà la colpa “al nemico”, non sapendo che i veri responsabili della sua morte stanno nello Stato Maggiore dell’Esercito Italiano, a salire; e così via. Nel tentativo, per quanto disperato, di evitare quest’ennesima EVIDENZIAZIONE dell’ITALIANITA’ NEGATIVA, ritengo assolutamente DOVEROSO (parlo dal mio punto di vista, senza pretendere di dare lezioni a nessuno), SVILIRE e DENIGRARE il più possibile, l’atteggiamento e la partecipazione dell’Italia alla Ia Guerra Mondiale, e tutto ciò che a questo si richiami, e pretenda di farne oggetto di nobili valori e di gloria, in tutte le occasioni pubbliche e private, i commenti, i dibattiti, con convinzione e continuità. E’ necessario, invece, che emerga una più cruda e realistica ricostruzione storica degli eventi. Come cittadino italiano, QUESTA sì, mi pare opera di VERITA’ e di CIVILTA’; ristabilire come stanno le cose, senza paura, senza reticenze e senza enfasi, nel nostro squinternato Paese, perché si vada davvero verso un FUTURO che valga la pena di vivere, per noi e per le giovani generazioni. Chi leggerà la STORIA di quel TRENTENNIO che va dal 1915 al 1945, nel nostro Paese, e soprattutto dei primi 3 ANNI, con mente sgombra e onestà intellettuale, VEDRA’ chiaramente che BOLLA di SAPONE inquietante e torva fu per l’ITALIA la PRIMA GUERRA MONDIALE (da noi convenzionalmente dichiarata come “vinta”); non potrà fare a meno, conseguentemente di CONTRAPPORSI in ogni ambito e in ogni caso, al RACCONTO, alla RAPPRESENTAZIONE, all’ENUNCIAZIONE in chiave positiva, di quel periodo NERO, viscidamente e camaleonticamente camuffato e spacciato come BIANCO e SOLARE. A meno che… non si dichiari DISCEPOLO del nostro beneamato Antonio RAZZI, o almeno Domenico SCILIPOTI, a loro volta (SEMBRA INCREDIBILE) prodotti DOC della nostra Storia; in essa ricompresi, naturalmente, il succo e il senso di quella Storia e di quel periodo.