Caso "GARLASCO" (lasciamo perdere le varie "stragi di Stato", il caso "Moro", il caso "Sofri", lasciamo perdere "tangentopoli" e "vallettopoli", l'inchiesta sui "pedofili organizzati" nella scuola materna con autista senza patente, "omicidi Andreotti", "mostro di Firenze", caso "Tortora", caso "Sabani", caso "Cogne" et similia, le frustrate e spesso capovolte istanze dei piccoli utenti della giustizia, in tempi biblici - fanno in tempo a morire i genitori e a sposarsi i nipoti - ) RISULTATO: alcuni magistrati si sono fatta pubblicità (da noi anche quella negativa paga), i cittadini hanno avuto, comunque, la percezione di un livello scientifico e investigativo dei nostri detectives assolutamente notevole, i giornali hanno venduto, in T.V. è passata la pubblicità, i giornalisti le hanno sparate a tutta birra, senza impegno (e senza rischi), i "soliti" opinionisti hanno rinfocolato la loro appartenenza all'entourage dell'audience, i "soliti" infallibili psicologi e sociologi hanno ribadito l'insostituibilità della loro presenza.
A questo punto, che cosa volete che sia che ad un ragazzo, né migliore né peggiore dei suoi coetanei, che viveva tranquillamente e senza previsione di particolari scossoni (tra l'altro era prossimo a laurearsi), la propria vita, si sia rovinata l'esistenza, lo si sia marchiato ("il mostro" gridavano tutti, non solo la folla inferocita; la stessa folla che domani dovrà incontrare uscendo per strada) e incastrato in un nero tunnel dal quale ben difficilmente riuscirà ad uscire indenne, senza sapere neanche con chi prendersela?
E INTANTO... CHI E' L'ASSASSINO?
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