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lunedì 30 novembre 2009

L'AMICIZIA

(ma vale anche per analoghi sentimenti parentali, di colleganza, di militanza, l’amore, con diverse peculiarità) non si può obiettivizzare.
Mi spiego: certo non può essere ridotta a caricatura accettando tutto ciò che fa un amico, acriticamente, senza neanche porsi il problema, come in certi b-movies, o enfatizzata (il che finisce con l’essere poi la stessa cosa) con lirismi e assolo che, proprio per questo, non hanno nulla a che vedere con il comunicare, essere amici; ugualmente non si può sposare qualsiasi nefandezza di un amico, come avviene nella mafia, salvo al eliminare l’altro in presenza di mutate condizioni, o giustificare tutto, come nel terrorismo, salvo a dissociarsi e pentirsi e proporsi così come eroi solitari, arrovellati in interiori sofferenze; tanto meno si può ora aderire a discutibili scelte di un amico, ora dissociarsi in base a calcoli utilitaristici ed auto promozionali.
Tolto tutto questo, non si può, peraltro, obiettivizzare l’amicizia, spogliandosi di qualsiasi sentimento o irrazionale trasporto e atteggiandosi, in vicende particolari richiedenti una presa di posizione, nei confronti dell’amico, come se fosse un estraneo.
Ciò è freddo, utopico e irrichiedibile.
Nel valutare l’operato in senso positivo o negativo di un amico, ci sarà sempre il condizionamento del rapporto affettivo esistente.
Si tenderà sempre ad ampliare le cose buone attinenti e smussare quelle cattive.
Nel valutare un torto, o presunto tale, subito da un amico, si sarà sempre più severi e speciosi che non rispetto ad un estraneo, per l’affetto che, al nostro amico, ci unisce.
Così è sempre stato (la storia, come la cronaca, la mitologia, la letteratura classica e moderna sono piene di esempi) e sempre sarà finché gli Uomini su questo Pianeta, nel bene e nel male, continueranno ad identificarsi come tali, e non si trasformeranno in robot o in belve.
L’importante è non debordare nell’eterogenesi dei fini, come direbbe un mio amico – siamo in tema, appunto, l’arricchimento dell’amicizia è anche questo - il paradosso che chiude il cerchio.

sabato 28 novembre 2009

LA PRIMA LINEA

(Sottotitolo: IL PUNTO DI VISTA DELL’ASSASSINO)

Il film l’ho visto.
Non c'è che dire! Sergio Segio über alles, Susanna Ronconi poi, altro che Giovanna Mezzogiorno, Giovanna d’Arco ci voleva! Anche il titolo del film, assolutamente inadeguato! Un altro ce ne voleva. Poi ve lo dico.
Ad ogni modo romanticismo a iosa, sentimentalismo a bizzeffe, da vomito qua e là, ma alla fine chi pagava?
Chi pagava tutte quelle armi, persino i giubbotti antiproiettile? E gli appartamentini affittati, e cibo e vitto, le autovetture, la costosissima clandestinità, per non parlare di protezioni e difese? (A parte la bufala di quei quattro schifi di espropri proletari con i quali non ci stavano dentro neanche le spese dell’esproprio stesso, e servivano solo a dare fumo negli occhi) E gli addestramenti, la preparazione militare? Tutta quella precisione e freddezza, da dove veniva, posto che quelli erano studenti, tutt’al più geometri o ragionieri, non certo figli d’arte?
E i contatti tra gli associati, le informazioni anche sulle mosse delle forze dell'ordine (qui c'era addirittura il collegamento radio), la scelta degli obbiettivi? Le strategie? Chi le decideva… i ribelli col ciuffo ribelle cheunsalutinoallamammapoinonmancamai? E non dimentichiamo i rituali… ma che fine ha fatto la scena di sesso Scamarcio/Mezzogiorno dopo l’omicidio Alessandrini? Tagliata? Inutile perbenismo dell’ultima ora perché non era quella la scena clou.
La scena clou era un’altra: quella dell’omicidio del giovane delatore. Addirittura la vendetta di stampo mafioso in nome del proletariato e del socialismo! Una trovata geniale.
Ma chi gliele insegnava tutte ‘ste cose a ‘sti qua? Boh!
Il senso degli anni della contestazione era nel tentativo e nella speranza di cambiare il Mondo, forse davvero si poteva cambiare il Mondo; il senso del terrorismo, dei c.d. "anni di piombo" viene fuori (involontariamente) dallo stesso film, quando il tormentato e tenebroso Riccardo (Scamarcio), per giustificare l'intenzione di dissociarsi, per far capire che finalmente, sia pure in ritardo, ha capito (ma che era un po' stupido questo?) dice, alla estatica Giovanna (questa era in trance, secondo me vedeva la Madonna), qualcosa come: " le forze reazionarie e fasciste si sono rafforzate, sono ora più potenti di prima e la classe operaia arretra" (la Produzione conferma: vedi, nei titoli di testa, i Potentati anche internazionali che hanno finanziato questo film - ma occorrevano poi tanti soldi? Scarso impatto... scarsa partecipazione di pubblico alla prima...). Ma il senso del film quale è? Boh!
Ecco questo certo avrebbe potuto essere il titolo del film, sì:

BOH

P.S. scusate la dimenticanza ma ora, dopo che questi eroi negativi, questi belli e impossibili si sono dati anche al volontariato (come giustamente non manca di ricordare il film)… magari il NOBEL mi pare esagerato, ma che so… l’ambrogino d’oro almeno glielo vogliamo dare?
Io firmo eh! Io firmo.

venerdì 27 novembre 2009

I "compagni che sbagliano" visti da Alessio Guzzano

(del quale mi meraviglio molto. "Guzz" o anche lo "spettatore che ce l'ha fatta" come qualcuno lo ha definito, era e resta tuttavia il mio critico cinematografico preferito. Non vado a vedere un film, si può dire, se c'è il suo pollice verso, e vedo viceversa tutti i film dove c'è il pollice in alto - anche se qui e là qualche smagliatura capita, è normale - al massimo, posso rischiare col pollice chiuso. Eppure la sua recensione di "LA PRIMA LINEA" su CITY se ne cade a pezzi da tutte le parti. Del film praticamente non si parla. Cmq un colpo al cerchio e un colpo alla botte, all'italiana, tanto per cambiare - inadatti loro? Distaccato lo staff! Sovvenzioni sì o/e no? Aria greve ben descritta? Sì ma con i "difetti di sempre"? Boh! E si vede, in definitiva, che deve portare acqua anche lui a qualche Gran Timoniere. Sono veramente deluso; dove è finito il graffiante ed ironico "me ne fotto e tiro avanti" stroncatore di miti e cariatidi e zattera di navigazione arrangiata ma sicura dello spettatore - spesso e via via sempre più - naufrago?)
Scusate la lunga parentesi ma solo in tal modo, tra un "apri" e "chiudi", potevo essere severamente critico verso il nostro, avendogli dedicato anche una poesia; e poi serve a spiegare:
Dunque il compagno che sbaglia Sergio Segio definisce il film "al guinzaglio dei famigliari delle vittime" (fonte A.Guzzano nella sua recensione); allora, scusate tanto, io so' un uomo della strada, voglio capi'! Non è lui che sbaglia. Sono gli altri! E' così o no?
Grazie assaje d'i spiegazioni e stateve bbuono.

domenica 22 novembre 2009

DIARIO DI BORDO

Aggiungi ai siti da visitare
www.ilgiornalieri.blogspot.com/
di Luigi Morsello

OCCHIO AL TILT...

Noto, soprattutto ultimamente, il nostro premier allampanato, teso, forzatamente attento, lo si vede bene, e proprio quando è più alta l'esposizione mediatica, incontri con Capi di Stato esteri, pubbliche manifestazioni, confronti con i sindacati o l'opposizione, interviste su scottanti argomenti di attualità, delicati atti di governo; così come si vede bene che fa sforzi immani per nascondere il suo reale stato d'animo, riuscendoci sì e no, lui che è maestro della comunicazione mediatica.
Allora mi chiedo: ma a che cosa sta pensando?
Ecco, ad esempio, quando parla con l'Emiro Arabo delle questioni petrolifere che interessano il Paese, o con i vertici dell'U.E. o dell'ONU delle forti ondate migratorie in atto, degli interventi sul problema del sottosviluppo in molti Paesi della Terra, o di quello che si dice il "villaggio globale", quando rassicura tutti che "le riforme si faranno" e, in ogni caso, "tutto va bene e nel migliore dei modi", in cuor suo a che cosa pensa?
Ai problemi della politica italiana (nonché europea e mondiale), a quelli della mediaset, ai suoi personali problemi giudiziari, a quelli familiari, a come gestire l'enorme ricchezza accumulata, a quanto gli costano gli avvocati (e le escort), al campionato di calcio? Boh! Mette tutte queste cose una dietro l'altra? Ma non manca il tempo?
O pensa contemporaneamente ad esse nell'insieme? Ma sono tante e tutte di grosso calibro... come si fa senza andare in tilt? Bisognerebbe chiederglielo... o forse è meglio non chiederglielo...

venerdì 20 novembre 2009

SPAGHETTI Killers

"Guai a quei Paesi che hanno bisogno di Eroi" diceva Bertold Brecht.
Se l'attuale andazzo del cinema italiano riflette il Paese, come sembrerebbe... vedi lo sciacallaggio commerciale sulle vittime del terrorismo dei c.d. "anni di piombo"... c'è da aggiungere "Guai peggiori a quei Paesi che sentono il bisogno di idolatrare gli Antieroi".
Su www.ilparlamentare.it giornale telematico diretto da Roberto Ormanni vedi l'articolo KNOW HOW.

mercoledì 18 novembre 2009

EVENTI CHOCK

Ma i signori del vertice della F.A.O. a Roma, che si è concluso con un nulla di fatto (buoni consigli su come evitare la fame) - come era, peraltro, ampiamente nelle previsioni - e quelli della conferenza sul clima di Copenhagen, che si è conclusa senza neanche iniziare (anche questo, più o meno, un copione già visto), sono migliori o peggiori del killer del video chock di Napoli?

martedì 17 novembre 2009

Egr. On. Cosentino...

La Legge è uguale per tutti? Boh!
La T.V. un po' meno? Bah!
C'è la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva di condanna? Più o meno.
Ma, dica la verità, quale indagato può permettersi di proclamare la propria innocenza in diretta, in una trasmissione e in un orario di grande audience?
Cmq non mi pare che ci abbia fatto proprio una bella figura! Pure Vespa (il fan) era tirato come un coprisella di cuoio.

mercoledì 4 novembre 2009

IL CROCEFISSO

Premesso che mi reputo un cattolico militante, sia pure con mie motivazioni e mie modalità,
2 OSSERVAZIONI SULLA INECCEPIBILE SENTENZA DELLA CORTE DI STRASBURGO che vieta l'esposizione del Crocefisso nelle aule scolastiche europee:

PRIMO: si è tanto blaterato, singhiozzato ed auspicato sulla laicità dello Stato e una volta che questa viene concretamente applicata, si blatera, singhiozza ed auspica al contrario, appellandosi ad una pretesa tradizione cristiana e cultura cristiana quali pilastri della civiltà europea; a pretese origini cristiane dell'Europa (origini pagane semmai). Che cos'è questo? Trasformismo? Ipocrisia?
L'insegnamento ha da essere neutrale; anche l'ora di Religione è sbagliata. Semmai va bene l'ora di Storia delle Religioni.
Nulla cambia ovviamente relativamente a cattedrali e grandi segni di Cristianità (come dell'Islam, di antiche religioni o altre professioni di fede) che restano intatti; è strumentale il piagnisteo sulla caducazione di tutto solo perché vengono tolti simboli disomogenei da luoghi dichiaratamente dedicati ad altro, e cioè alla diffusione della cultura nella società.
Questo dal punto di vista dello Stato.
.
SECONDO: dal punto di vista della Religione Cattolica, non s'è sempre detto che Gesù Cristo accoglie a braccia aperte chi a lui si rivolge? S'è mai detto che deve essere imposto con una forma di violenza psicologica a tutti, anche a chi ritiene di subire in tal modo un indirizzo, a discapito della libertà, un condizionamento?
Mai! Perché allora lo si fa? Per caso per portare acqua al mulino del Potere Temporale della Chiesa, che nulla ha a che vedere con la Religione? O, più da vicino, al peso politico e alla potenza economica del Vaticano, che, ancora una volta, non c'entrano nulla con la spiritualità e il credo religioso?
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NOTA DI COLORE
In ogni caso non la si meni tanto per le lunghe con la fola della cultura cristiana delle bigotte di Chiesa.
Ho visto con i miei occhi una signora timorata farsi il segno della croce entrando in una Moschea; ma non per scherzo barbino o per sfregio, bensì perché per lei, Sinagoga, Chiesa, Moschea o Tempio Indiano che fosse, sempre croce era.
.
Meglio lasciar perdere, va'! E, per il bene di tutti, entrare più nel vivo della tolleranza e della modernità.

lunedì 2 novembre 2009

IN MEMORIA DI ALDA MERINI (l'Italia terra di corvi - come paradossalmente questo stesso scritto comprova)

Oggi è giorno di lutto per la Poesia.
E' morta a Milano Alda Merini, mai proposta per un premio Nobel, o per la nomina a senatrice a vita, sporadicamente proposta all'attenzione, per la sua opera (ma più che altro per il suo stato di salute mentale), da tutti i vari colori di Governo ed Amministrazioni Pubbliche e Centri di Potere mediatici, letterari e culturali che si sono susseguiti nella sua lunga attività artistica e tormentata esistenza.
In Francia sarebbe stata segnalata come emblema della eccellenza intellettuale dei Francesi nel Mondo, in Germania ne avrebbero fatto un' icona della tradizione culturale di quel popolo, gli Inglesi l'avrebbero fatta conoscere e tradurre in tutto il Mondo, in America avrebbero fatto in modo che i suoi scritti circolassero come il sangue nelle vene, dai ghetti ai salotti delle metropoli, e nei grandi spazi territoriali e mentali del Mondo intero, e così via.
Qui si attende invece la morte per valere, e tutti aspettano che un artista crepi perché le sue opere si valorizzino.
Come è accaduto per molti altri poeti, musicisti, artisti e letterati, come sempre post mortem ci saranno siti internet, revival, special e quant'altro.
Saranno forse tributati ad Alda Merini gli stessi funerali di Stato che sono stati tributati a Mike Bongiorno... o forse no. A quanto pare... sì.
Siamo alle solite, si ritiene di poter contare nel Mondo anche se non si vale nulla (o molto poco) in letteratura;
anche se non si vale nulla (o molto poco) nella matematica, nelle scienze;
anche se non si vale nulla (o molto poco) nell'onestà politica ed intellettuale;
anche se non si vale nulla (o molto poco) nella capacità e moralità d'impresa;
anche se non si vale nulla (o molto poco) nella correttezza commerciale e conduzione dei business;
anche se è arcinoto che la fama consolidata dell'italianità è che a farla franca sono sempre i furbi.
Invece fin quando si trascureranno poeti, scrittori, artisti;
fin quando si continuerà a maltrattare e svilire il nostro (cospicuo) patrimonio artistico e storico;
si continuerà a rubacchiare soldi qua e là per la (pantomima della) ricerca scientifica;
ad insegnare ai giovani a fare i bulli a scuola, a fare "fessi" i professori e imparare le materie di studio con la "sputazza" giusto per superare gli esami; non si dirà loro "osate, siate protagonisti del vostro tempo, proponetevi sullo scenario europeo o anche mondiale, per quel che valete!", ma viceversa "tirate a campare! Divertitevi... perdete tempo, tanto non vale niente!", senza che vi sia rigore e serietà negli studi (i bambini di qualsiasi Slovenia, Croazia o Lituania ne sanno più dei nostri adolescenti);
si continuerà a pretendere di risolvere problemi come la criminalità organizzata arrestando capimafia, capibastone, capi e capetti vari, senza dare prospettive ai giovani;
si continuerà ad innestare puttanai nelle cariche pubbliche;
a gestire il potere infischiandosene della malasanità, della cattiva istruzione, informazione, della cattiva giustizia, dello spreco delle risorse;
si continuerà a procedere strizzando l'occhio a squallidi compromessi;
fin quando si procederà per accordi sottobanco, favoritismi, raccomandazioni e scambi di favori;
fin quando falliranno imprese come la Cirio e la Parmalat (punta di iceberg evidentemente, della situazione generale);
fin quando ci vorranno tangentopoli, vallettopoli, parentopoli ecc. per snidare i corrotti e avvelenatori della vita sociale;
noi italiani non conteremo un accidente al di là delle Alpi e di Lampedusa, perché questo meritiamo, inutile nascondersi dietro l'alibi che la nostra lingua, poco conosciuta, è un limite alla divulgazione della nostra "genialità" (l'olandese allora? Il danese, lo svedese ecc.?).
Non possiamo valere nel Mondo solo perché siamo delle SIMPATICHE CANAGLIE o appellandoci ai Valentino, alla Ferrari, al Brunello, alla mozzarella di bufala, alla nazionale di calcio, o al mito (obsoleto) del LATIN LOVER.
E' molto triste tutto questo e opprimente per le future generazioni.
Spero proprio che qualcosa cambierà e non si verificherà il nostro totale annichilimento, e farò tutto quanto, nel mio piccolo, sarà possibile (... cara poetessa, se sei da qualche parte, dammi una mano, insieme ai miei cari defunti, ai quali mi rivolgo oggi che, secondo la tradizione cattolica, è la giornata dedicata a tutti i morti...) per lottare affinché ciò non accada.