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mercoledì 9 maggio 2007

IL "TERRORE" E L' "APOCALISSE"

Popoli latini, vicini, con un decorso storico molto intrecciato, viene automatico e naturale un confronto tra Italia e Francia.
Il discorso qui non è tanto lo sviluppo evolutivo per cui, in tutti campi, la Francia è, mediamente e cronicamente, 15 - 20 anni avanti rispetto all'Italia, frutto del destino, nonché del carico di arretratezza, subcultura e problemi che ci siamo addossati, insieme a bandiere, fanfare e fanfaronate, con una buona dose di retorica e demagogia, in occasione dell'unità d'Italia, soprattutto per come è stata fatta l'unità d'Italia (i monumenti: anche quelli sono da abbattere), ma il discorso di fondo è quello di una differenza sostanziale nella vita pubblica, che fa molto disperare sulle possibilità di superare questo gap sociale ed esistenziale (anzi fa temere che esso possa aumentare, aumentare, aumentare fino al punto che noi italiani non contiamo più nulla. Camminare in bilico su un baratro, come i muli, è uno sport nazionale più del calcio).
Per coloro che detengono il potere tanto nel settore pubblico, quanto in quello privato, in Francia, lo Stato è una madama, o una regina, per definizione, bella ricca e potente, da cui c'è da attendersi il "bene del Paese"; può quindi essere portata agli onori dei troni e degli altari se risponde alle aspettative, o, viceversa, vilipesa e addirittura ghigliottinata sulla pubblica piazza, per essere sostituita da un'altra madama se non ottempera a quanto necessario. Per gli omologhi soggetti, in Italia, invece, lo Stato, ancora una volta per definizione, è una mucca da mungere a più non posso, da tenere, quindi in buona salute quel tanto che non smetta di dare latte, o, se si vuole, con analoghi intenti, una bagascia da sfruttare il più possibile. Conseguentemente i cittadini francesi vivono in una situazione di centralità: i palazzi, le cattedrali, le piazze delle gogne e delle esecuzioni capitali; i cittadini italiani, invece, in una situazione marginale: le stalle, le suburre.
In queste condizioni potrà mai esserci una parificazione, ovviamente al rialzo e non certo al ribasso (nell'interesse anche della comunità internazionale e, in particolare, di quella che si riconosce nei valori europei e mediterranei)? Qualcuno, per caso, aveva creduto che bastasse fare l'"Europa Unita", aderire al trattato di Schengen, entrare a far parte dell'area Euro?
Il dato storico è che, mentre in Francia ci sono state varie rivoluzioni che hanno fatto progredire la vita pubblica, modernizzato lo Stato e rilanciato il concetto di pubblico interesse, e, in particolare la Grande Rivoluzione, in Italia, dove per la nostra mentalità, la nostra cultura, la nostra storia ce n'era bisogno, non c'è mai stata una vera rivoluzione (bisogna risalire al Cristianesimo, che fu certo un fatto rivoluzionario per l'Impero Romano), e con tutta probabilità, mai ci sarà; troppo Vaticano, troppa America, troppa mafia e camorra in un contesto dove ormai tutti i giochi sono stati fatti ed ogni avvenimento è connesso con ogni altro nel resto del Mondo, in modo inscindibile e non più recuperabile [non possiamo più fare a meno degli extracomunitari, non possiamo più fare a meno del trattato UE, dei sistemi informatici, di internet (ci siamo arrivati in un amen e non ce ne siamo neanche accorti), financo del telefonino, ormai è impossibile fare a meno, e così via]; per cui, con tutta probabilità, si perpetuerà in aeternum il nostro, non tetro, ma grigio e stagnante destino che prevede la miseria morale, materiale e spirituale qui, la ricchezza e il fiorire delle arti e delle idee altrove, qui la bocca piena (V, VI potenza mondiale e via vaneggiando), la testa vuota, le furbizie al potere, le intelligenze in fuga. Sempre che le cose non peggiorino e il grigio non diventi sempre più grigio, più scuro, nero, più nero, nero-notte, notte fonda (è pur vero che ci sarebbe poi da sperare che spunti l'alba di un nuovo giorno, ma questo è tutto un altro discorso).
Ma se dovesse esserci... se dovesse accadere l'inaccadibile... temo proprio, per come è incancrenita oltre misura ogni cosa, che, accantonate le logiche gattopardesche, con buona pace di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, impallidirebbero i Robespierre e Saint-Just, e bisognerebbe andare a consultare S.Giovanni Evangelista per trovare qualche corrispondenza.
Stamo a véde'

4 commenti:

Anonimo ha detto...

E la Spagna?
E' uno dei Paesi più moderni e all'avanguardia in Europa. Ha, ad esempio, una buona conduzione politica si della maggioranza che dell'opposizione, il pil in costante crescita, risolto e trovata adeguata risposta a tutte le questioni di coppia etero o omosessuale, dei figli, è garantito il migliore trattamento per l'inseminazione per le coppie che hanno problemi doi sterilità, le famiglie sono stabili.
In Italia, invece, anche quando c'è la siccità piove, anzi grandina, perché ai nostri, ed è già tanto, si aggiungono i vari Bagnasco, Ruini e clericali vari. in compenso c'è nebbia ma è incenso.

Anonimo ha detto...

Il problema è che gli altri governanti amano il proprio Paese; la maggior parte dei governanti italiani invece, schifa l'Italia o, nella migliore delle ipotesi, non gliene frega un c. dell'Italia e fanno solo i propri interessi: notorietà, benessere economico, nepotismo ecc. ma il vero problema, probabilmente è che a molti di noi italiani non frega un c. del nostro Paese, quando non lo consideriamo né più né meno che una semplice area di sfruttamento e battaglia per le nostre cose... o cose nostre...

Anonimo ha detto...

Miserere nobis per gli sprechi governativi, cominciando dal numero eccessivo di parlamentari, i loro stipendi, auto blu, portaborse, più Regioni, Provincie, Comuni, Comunità, Quartieri, ASL. Spesa per la Presidenza della Repubblica Francese 80 mil. annui, valutata cara dai Francesi, quindi prossimamente calerà; ed è la Francia! Spesa per la Presidenza della Repubblica Italiana 250 mil. e siamo in Italia! Nessuna riduzione, anche se si continua a predicare: spendiamo meno per la Pubblica Amministrazione. Che si tagli lì!
Et miserere nobis per gli sprechi lavorativi.
Perché mai, a parità di qualifica, o sei un lavativo, o sei un bravo lavoratore prendi sempre lo stesso stipendio? E e perché mai non vengono abolite le rendite parassitarie come quelle dei notai?
Che si liberalizzi lì!

Anonimo ha detto...

Almeno non è polvere di cocaina.