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domenica 23 dicembre 2007

I BACCHETTONI (sinonimi: PARRUCCONI - SEPOLCRI IMBIANCATI)

Sono una vera e propria categoria, un contenitore fisiologico in ogni contesto sociale, la cui vocazione, che è poi anche una funzione esistenziale, è quella di essere una palla al piede per il substrato popolare e quello intellettuale, in modo da non volare troppo in alto e rimanere squallidamente e stancamente (ma anche in realizzazione di un certo tipo di ordine e sicurezza), “con i piedi sulla terra”, come si suol dire.
La collocazione è ad ampio raggio e individuabile in ogni possibile riferimento: pubblico e privato, grande e piccolo, religioso e laico, provinciale e cittadino, povero e ricco. L’incidenza numerica è questione di cultura; meno ce n’è più bacchettoni ci sono perché, come si dice dalle mie parti, “’o pesce fete d’a capa”.
In Italia abbondano. Ora, partendo anche da quanto si è appena considerato, lasciamo stare l’aspetto popolare e quello intellettuale del fenomeno, per guardare a chi dirige la baracca: gli uomini politici, i magistrati, i detentori del potere economico e, conseguentemente, i preposti alla macchina del consenso, l’establishment in genere.
Mi sorge il dubbio che “i nostri” siano tutti cloni di S. Maria Goretti. A sentire il loro bla bla, tutti, e dico tutti, quale che sia la loro provenienza, il partito, la cosca, la lobby, la parrocchia a cui appartengono, operano ESCLUSIVAMENTE nell’interesse degli italiani (per la verità poco coerentemente con il livore e la veemenza che mettono nell’azzuffarsi tra loro per qualsiasi pelo nell’uovo; il che si presta ad indurre i malpensanti a credere che ci sia un qualche interesse personalistico in queste beghe, battagliole o vere e proprie campagne di messa in non cale, o addirittura di sterminio). A questo punto c’è da stupirsi non poco che, in questo popolo di santi, nessuno di essi sia stato santificato.
Tra di essi, però, ci deve essere una larga fascia, lo dico da malfidente, che si rende conto di aver molto peccato in pensieri, omissioni ed opere (il che non va d’accordo con santità e martirologio) allora che cosa fa? Vittima dell’ipocrisia dilagante e galoppante, non riesce a confessare i propri peccati, quindi controbilancia la cattiva coscienza con la buona coscienza, e quel che ne esce è, come un voto di castità in ambito anomalo e abnorme, il votarsi al bacchettonaggio.
Ora, siccome la carne è debole, i bacchettoni per vocazione, i fondamentalisti, nella classe dirigente e nel Paese, sono tanti, per lo più occulti, introvabili (Buttiglione, Formigoni, Moratti, Vespa, Ravasi, tanto per non fare nomi, ecc.ecc.ecc.ecc.).
Se li riconosci, li eviti, e quindi, ti salvi.
Ma come farli uscire allo scoperto?
Occorre fare qualcosa di eclatante, ad esempio dare il massimo risalto al significato culturale della Mostra d'Arte Omosessuale di Firenze (ex Milano - ma Milano ormai è una città dormitorio, arrotolata sul discorso dei “soldi”, e sul mugugno per l'invivibilità della città e l'inutilità di esserci, visto che i "soldi" scarseggiano), pubblicizzare artisti, orari, collocazione logistica, mezzi pubblici per arrivarci e così via.
In tal modo, usciranno di sicuro allo scoperto, la loro condizione è anche una responsabilità, un’assunzione d’obblighi, alla quale devono rispondere, si constaterà, allora, che SE NE VEDONO A MIGLIAIA, come nella canzone napoletana.
Così almeno facciamo il punto della situazione, scongiuriamo l’abitudine a starcene quiescenti dentro il baratro, e sappiamo da dove si parte per uscire dal baratro.
E non è poco.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

O.K.

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e