STIAMO LENTAMENTE SCIVOLANDO VERSO LA BARBARIE SENZA NEANCHE ACCORGERCENE
o meglio avvertiamo in modo sempre più consistente i segni del degrado (delinquenza – disoccupazione – carovita – monnezza – separatezza tra governanti e governati ecc.) ma facciamo fatica in gran parte a riconoscere il senso, il significato di tutto questo.
La Storia non è a senso unico, i popoli, le civiltà, possono progredire, così come regredire.
Tuttavia è ben difficile, notoriamente, che dalla Storia venga un monito, un campanello d’allarme:
chi agli Egizi dei tempi dello splendore avesse detto che sarebbero stati sottomessi dai Persiani, poi dagli Elleni e così via, sarebbe stato preso per pazzo;
e chi avesse detto ai Greci della grande civiltà che la loro patria sarebbe stata assoggettata e ridotta a provincia dell’Impero Ottomano, rimanendovi per 5 secoli, sarebbe stato certo imprigionato o esiliato;
a chi avesse detto, ai tempi dei Romani dominatori del Mondo, che Roma sarebbe stata rasa al suolo, avrebbero riso in faccia.
COSTRUIRE UNA CIVILTA’ E DIFENDERLA E’ ESTREMAMENTE DIFFICILE.
DISTRUGGERLA E’ ESTREMAMENTE FACILE.
In ogni caso, ritornando a noi, non sono più questi i tempi di “non si può più andare avanti così”.
Questi sono i tempi che NON SI VA PIU’ AVANTI. SI TORNA INDIETRO.
E’ inevitabile questo? Probabilmente sì (peraltro nel 1789, sul finire dei tempi del "non si può più andare aventi così" e allorché principiavano i tempi del NON SI VA PIU' AVANTI, SI REGREDISCE, i Francesi fecero la rivoluzione e, almeno per loro, la Storia riprese ad andare avanti).
Che cosa si può fare? C’è poco da fare. Ma io dico: quel poco facciamolo.
Le solite parole d’ordine? Rinnovamento – facce nuove in politica – giovani capaci – persone motivate – largo alle donne ecc. possono anche andar bene, ma forse in tempi meno incancreniti di questi. Ora sarebbero nient’altro che un palliativo.
E allora? Considerando tutto quello che c’è in giro, i sondaggi, le previsioni ecc. secondo me dobbiamo fare la parte di quelli che sono aggrappati all’ultimo relitto di un naufragio, ci attaccano sopra le camicie a mo’ di vela e aspettano il vento, piuttosto che chiudere gli occhi e aspettare la morte.
Lo dico chiaramente, e con la convinzione di chi è in buona fede e non ha, quindi, nulla da temere:
VOTIAMO MASSICCIAMENTE VELTRONI.
Magari poi non accade nulla, non ci aspettiamo nulla di eclatante. O magari qualcosa si muove, un’inversione di tendenza, chi sa.
Può essere anche questo un gesto rivoluzionario?
O forse è l’ultimo gesto del “vecchio”. Il modo di mettere il punto. Il canto del cigno del sistema marcio, da sempre forse, dall’unità d’Italia, certamente dall’ultimo dopoguerra. E poi?
Poi… si vedrà… (nessuno può scommettere sulla rivoluzione come su una corsa di cavalli), ma... anche se può progredire o regredire, comunque… LA STORIA NON FINISCE QUI.
o meglio avvertiamo in modo sempre più consistente i segni del degrado (delinquenza – disoccupazione – carovita – monnezza – separatezza tra governanti e governati ecc.) ma facciamo fatica in gran parte a riconoscere il senso, il significato di tutto questo.
La Storia non è a senso unico, i popoli, le civiltà, possono progredire, così come regredire.
Tuttavia è ben difficile, notoriamente, che dalla Storia venga un monito, un campanello d’allarme:
chi agli Egizi dei tempi dello splendore avesse detto che sarebbero stati sottomessi dai Persiani, poi dagli Elleni e così via, sarebbe stato preso per pazzo;
e chi avesse detto ai Greci della grande civiltà che la loro patria sarebbe stata assoggettata e ridotta a provincia dell’Impero Ottomano, rimanendovi per 5 secoli, sarebbe stato certo imprigionato o esiliato;
a chi avesse detto, ai tempi dei Romani dominatori del Mondo, che Roma sarebbe stata rasa al suolo, avrebbero riso in faccia.
COSTRUIRE UNA CIVILTA’ E DIFENDERLA E’ ESTREMAMENTE DIFFICILE.
DISTRUGGERLA E’ ESTREMAMENTE FACILE.
In ogni caso, ritornando a noi, non sono più questi i tempi di “non si può più andare avanti così”.
Questi sono i tempi che NON SI VA PIU’ AVANTI. SI TORNA INDIETRO.
E’ inevitabile questo? Probabilmente sì (peraltro nel 1789, sul finire dei tempi del "non si può più andare aventi così" e allorché principiavano i tempi del NON SI VA PIU' AVANTI, SI REGREDISCE, i Francesi fecero la rivoluzione e, almeno per loro, la Storia riprese ad andare avanti).
Che cosa si può fare? C’è poco da fare. Ma io dico: quel poco facciamolo.
Le solite parole d’ordine? Rinnovamento – facce nuove in politica – giovani capaci – persone motivate – largo alle donne ecc. possono anche andar bene, ma forse in tempi meno incancreniti di questi. Ora sarebbero nient’altro che un palliativo.
E allora? Considerando tutto quello che c’è in giro, i sondaggi, le previsioni ecc. secondo me dobbiamo fare la parte di quelli che sono aggrappati all’ultimo relitto di un naufragio, ci attaccano sopra le camicie a mo’ di vela e aspettano il vento, piuttosto che chiudere gli occhi e aspettare la morte.
Lo dico chiaramente, e con la convinzione di chi è in buona fede e non ha, quindi, nulla da temere:
VOTIAMO MASSICCIAMENTE VELTRONI.
Magari poi non accade nulla, non ci aspettiamo nulla di eclatante. O magari qualcosa si muove, un’inversione di tendenza, chi sa.
Può essere anche questo un gesto rivoluzionario?
O forse è l’ultimo gesto del “vecchio”. Il modo di mettere il punto. Il canto del cigno del sistema marcio, da sempre forse, dall’unità d’Italia, certamente dall’ultimo dopoguerra. E poi?
Poi… si vedrà… (nessuno può scommettere sulla rivoluzione come su una corsa di cavalli), ma... anche se può progredire o regredire, comunque… LA STORIA NON FINISCE QUI.
1 commento:
O.K.
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