martedì 29 maggio 2007
ARRIVEDERCI DOPO L'ESTATE. BUONE VACANZE A TUTTI.
saggezza = fanciullaggine - riconoscimento di essa - fanciullaggine = saggezza
domenica 27 maggio 2007
L'ESSERE E LO SPIRITO
L'allungarsi,mediamente, della vita (con riferimento, in particolare al sistema e al modello occidentale, per la verità), può essere occasione per uno spunto di riflessione, l'avvio di una dimostrazione, come una cartina di tornasole.
Una volta si diceva che i nonni non servivano a nulla nell'espressione ed evoluzione della famiglia, anzi poteva essere negativa la loro presenza per l'educazione dei bambini alla quale erano preposti unicamente i genitori, con i quali non era corretto interferire.
Oggi, viceversa, viene valorizzata la partecipazione dei nonni alla vita della famiglia.
Una volta si diceva che i nonni non servivano a nulla nell'espressione ed evoluzione della famiglia, anzi poteva essere negativa la loro presenza per l'educazione dei bambini alla quale erano preposti unicamente i genitori, con i quali non era corretto interferire.
Oggi, viceversa, viene valorizzata la partecipazione dei nonni alla vita della famiglia.
Il giudizio è correlato ai numeri.
In definitiva, quando i nonni erano pochi erano inutili. Ora che, appunto, per l'allungarsi della vita, siamo in molti, diventiamo utili (bisognerà sempre vedere che cosa accadrà quando saremo in troppi).
Appare sospetta questa coincidenza, o questo affermarsi di valori educativi e ideali, immediatamente dopo (nasce prima l'uovo o la gallina?) l'affermarsi di caratteristiche esistenziali. In altri termini sembrerebbe proprio che, anche nell'essere umano, viene prima la struttura e dopo la sovrastruttura, prima il cibo del corpo e dopo (dove quel "dopo" è conseguenza e derivazione) il cibo dell'anima; prima la natura, l'economia [fa parte della natura; c'è anche un'economia della natura ((così come c'è un ordine nella natura e sono, quindi, apprezzabili in questo contesto, riferimenti all'ordine pubblico, in quanto connaturale alla convivenza sociale da considerarsi, a sua volta, più o meno istintivamente naturale per gli esseri umani: es. il sistema monogamico in contrapposizione alla poligamia, la classificazione (variabile) di gravità dei reati, la convenzionale attribuzione della maggiore età, l'anticipazione o la proroga, a seconda delle condizioni generali, dell'età lavorativa. ecc. ecc. per non parlare del fiorire (o abortire) di strategie, a loro volta nell'ottica della conservazione dell'ordine politico, diciamo così, ancorché ricostituito; la sottile finalità è ben nota (Il Gattopardo docet) ... guarda caso proprio quando occorreva mano d'opera fresca per le fabbriche del Nord, è insorto lo spirito patriottico che ha portato all'unità d'Italia mediante l'annessione al Regno d'Italia, del Regno delle Due Sicilie... i ribelli americani al Re d'Inghilterra si guardarono bene dall'abolire la schiavitù... i rivoluzionari francesi non rinunziarono alle colonie sulle quali non tramontava mai il Sole. E la travagliata e cruenta abolizione della schiavitù negli Stati Uniti d'America (alla quale possono agevolmente collegarsi analoghe situazioni in altri Stati per omogeneità d'intenti, clausole in trattati e alleanze ecc.) non ha forse, significativamente, coinciso con l'accelerata industrializzazione degli Stati del Nord e la conseguente necessità di mano d'opera qualificata, inconciliabile con lo status di schiavo? Lo stesso comunismo, al di là degli ideali, non è stato, forse, un tentativo fallito di riassetto sociale (altrettanto può dirsi del 'proibizionismo')? E così via)); qui però la questione si fa delicata e bisogna stare in guardia di fronte alle possibilità di strumentalizzazione e la pericolosità di fare opera mistificatoria avvalendosi di queste valutazioni. Emblematica, in proposito, la storia dei manicomi, il loro apparire e sparire a fisarmonica nei regimi autoritari instabili; il loro moltiplicarsi sotto alcuni regimi. E in Italia (e in altri Paesi) perché prima c'erano e perché ora non ci sono più?], la salute, il sapere, semmai, e dopo la generosità, il sentimento e così via. Considero tutto ciò non come fatto negativo in senso vagamente moralistico, come spesso è stato detto con toni più o meno ironici, o sarcastici addirittura, ma come fatto naturale: il portafoglio viene prima della solidarietà, la materia prima delle idee; prima l'intonaco sulla mia casa e poi l'affresco su di esso. Prendiamo le missioni religiose, che cosa fanno? (A parte i discorsi e le polemiche sui loro intenti di fare proselitismo e sottilmente penetrativi, con impronta più o meno politica e di potere, che qui non rilevano) Esse, in gran parte, applicano istintivamente e intuitivamente quanto sopra detto: prima il cibo, le medicine, poi il messaggio divino che, in alcuni casi, viene addirittura preterito.
In definitiva, quando i nonni erano pochi erano inutili. Ora che, appunto, per l'allungarsi della vita, siamo in molti, diventiamo utili (bisognerà sempre vedere che cosa accadrà quando saremo in troppi).
Appare sospetta questa coincidenza, o questo affermarsi di valori educativi e ideali, immediatamente dopo (nasce prima l'uovo o la gallina?) l'affermarsi di caratteristiche esistenziali. In altri termini sembrerebbe proprio che, anche nell'essere umano, viene prima la struttura e dopo la sovrastruttura, prima il cibo del corpo e dopo (dove quel "dopo" è conseguenza e derivazione) il cibo dell'anima; prima la natura, l'economia [fa parte della natura; c'è anche un'economia della natura ((così come c'è un ordine nella natura e sono, quindi, apprezzabili in questo contesto, riferimenti all'ordine pubblico, in quanto connaturale alla convivenza sociale da considerarsi, a sua volta, più o meno istintivamente naturale per gli esseri umani: es. il sistema monogamico in contrapposizione alla poligamia, la classificazione (variabile) di gravità dei reati, la convenzionale attribuzione della maggiore età, l'anticipazione o la proroga, a seconda delle condizioni generali, dell'età lavorativa. ecc. ecc. per non parlare del fiorire (o abortire) di strategie, a loro volta nell'ottica della conservazione dell'ordine politico, diciamo così, ancorché ricostituito; la sottile finalità è ben nota (Il Gattopardo docet) ... guarda caso proprio quando occorreva mano d'opera fresca per le fabbriche del Nord, è insorto lo spirito patriottico che ha portato all'unità d'Italia mediante l'annessione al Regno d'Italia, del Regno delle Due Sicilie... i ribelli americani al Re d'Inghilterra si guardarono bene dall'abolire la schiavitù... i rivoluzionari francesi non rinunziarono alle colonie sulle quali non tramontava mai il Sole. E la travagliata e cruenta abolizione della schiavitù negli Stati Uniti d'America (alla quale possono agevolmente collegarsi analoghe situazioni in altri Stati per omogeneità d'intenti, clausole in trattati e alleanze ecc.) non ha forse, significativamente, coinciso con l'accelerata industrializzazione degli Stati del Nord e la conseguente necessità di mano d'opera qualificata, inconciliabile con lo status di schiavo? Lo stesso comunismo, al di là degli ideali, non è stato, forse, un tentativo fallito di riassetto sociale (altrettanto può dirsi del 'proibizionismo')? E così via)); qui però la questione si fa delicata e bisogna stare in guardia di fronte alle possibilità di strumentalizzazione e la pericolosità di fare opera mistificatoria avvalendosi di queste valutazioni. Emblematica, in proposito, la storia dei manicomi, il loro apparire e sparire a fisarmonica nei regimi autoritari instabili; il loro moltiplicarsi sotto alcuni regimi. E in Italia (e in altri Paesi) perché prima c'erano e perché ora non ci sono più?], la salute, il sapere, semmai, e dopo la generosità, il sentimento e così via. Considero tutto ciò non come fatto negativo in senso vagamente moralistico, come spesso è stato detto con toni più o meno ironici, o sarcastici addirittura, ma come fatto naturale: il portafoglio viene prima della solidarietà, la materia prima delle idee; prima l'intonaco sulla mia casa e poi l'affresco su di esso. Prendiamo le missioni religiose, che cosa fanno? (A parte i discorsi e le polemiche sui loro intenti di fare proselitismo e sottilmente penetrativi, con impronta più o meno politica e di potere, che qui non rilevano) Esse, in gran parte, applicano istintivamente e intuitivamente quanto sopra detto: prima il cibo, le medicine, poi il messaggio divino che, in alcuni casi, viene addirittura preterito.
Invertire l'ordine delle cose è un atto, oltre che di eroismo (quando non si tratta di puro e semplice fanatismo), di estraniazione dalla realtà e di eccentricità, comunque privo di autenticità e di storia, o, quantomeno, autenticità della sua storia.
In molti ambiti si può empiricamente constatare ciò; io l'ho trovato in tutti i significativi ambiti da me presi in considerazione. La nascita di molti figli, ad esempio: oggi, che nascono pochi figli e invecchia la Società (per il prolungarsi della vita, appunto, come detto), sono a rischio, quindi, la produzione, il benessere sociale, il sistema economico, come sono intesi, almeno, questi concetti nella Civiltà occidentale, è considerata un bene assoluto, un tangibile segno di fiducia nel futuro e quindi, generalmente, si plaude alle famiglie numerose e si portano ad esempio. Non dimentichiamo che una volta veniva stigmatizzata l'eccessività e l'incoscienza del proletariato da cui venivano molti figli per ignoranza o la speranza vana e frustrata di superare la miseria con il numero di braccia-lavoro.
In molti ambiti si può empiricamente constatare ciò; io l'ho trovato in tutti i significativi ambiti da me presi in considerazione. La nascita di molti figli, ad esempio: oggi, che nascono pochi figli e invecchia la Società (per il prolungarsi della vita, appunto, come detto), sono a rischio, quindi, la produzione, il benessere sociale, il sistema economico, come sono intesi, almeno, questi concetti nella Civiltà occidentale, è considerata un bene assoluto, un tangibile segno di fiducia nel futuro e quindi, generalmente, si plaude alle famiglie numerose e si portano ad esempio. Non dimentichiamo che una volta veniva stigmatizzata l'eccessività e l'incoscienza del proletariato da cui venivano molti figli per ignoranza o la speranza vana e frustrata di superare la miseria con il numero di braccia-lavoro.
Una volta si additava come esempio di falsità ed ipocrisia piangere ad un funerale e, semmai, poche ore dopo, ridere ad un matrimonio, c'è fior di letteratura in proposito; oggi che si susseguono e si alternano rapidamente eventi drammatici, a volte estremamente tragici, ad eventi gioiosi pubblici e privati, si ritiene, in genere, che sia assolutamente connaturale allo scorrere della vita che ciò accada (questo è il capitolo dell'imbarbarimento e del degrado della natura, di cui è importante paragrafo l'accelerazione e la superficializzazione di tutti gli stati d'animo relativi agli eventi). Una volta si diceva che il primato del cinema e del teatro sulla TV trovava la sua specifica e netta affermazione nel fatto che bisognava muoversi, trovare posto, comprare il biglietto, rispettare l'orario, accedere alla grande sala buia dove concentrarsi sulle scene, sentendo anche il respiro, la partecipazione, i sentimenti, gli umori degli altri, mentre davanti alla TV bastava sedersi, schiacciare distrattamente un pulsante, semmai saltellando da un canale ad un altro, con temi, scene, argomenti vari, per cui alla fine non rimaneva nulla. Oggi, di fronte all'imperium di internet, chi oserebbe rimpiangere le meditate e faticose ricerche sui libri ed enciclopedie, dove si sentiva il fruscio della carta, bisognava passare, talvolta, da una biblioteca ad un'altra e così via?
In una pagina di giornale, sopra c'è la raccapricciante notizia dell'impiccagione di quattro figlie da parte di una madre, che poi si suicida, e sotto l'allettante e sensuale annuncio pubblicitario di un villaggio turistico. E che dire del parallelismo diffuso e consolidato nelle stanze dei bottoni così come nella pubblica opinione, tra crescita dell'economia e la contrapposta tutela dell'ambiente (anch'esso da ritenersi, ormai, connaturale al nostro quotidiano scorrere della vita o, se si vuole, alla quotidianità della nostra ordinaria follia)? Sulla prima si incita e si frusta la produzione a tutti i livelli e a tutte le latitudini; negli stessi contesti, contemporaneamente, per la seconda, ci si batte, dove realmente, dove fittiziamente, o ci si cosparge il capo di cenere (qui siamo proprio ad un punto estremamente ipocrita, oltre che schizoide e gravemente distruttivo).
In senso generale, in ogni caso, come si vede: disvalori che diventano valori e viceversa in funzione, esclusivamente, delle condizioni di base: l'Essere, la carne, quindi, che prevale sullo Spirito. Un comprovato grande amore ideale non ha alcun valore se non c'è il sesso.
Se un tale teorema, per ora constatato, peraltro sistematicamente, nei casi che si presentano, dovesse essere dimostrato, e quindi applicabile a tutti i casi, almeno per quanto riguarda il Mondo Occidentale ed altre Entità ad esso riconducibili, molte importanti riflessioni si aprirebbero sull'Umanità, sulla sua natura, la sua storia, la sua provenienza e il suo destino; senza nulla togliere, anzi, forse, aggiungere qualcosa alla spiritualità dell'Uomo e al concetto di Dio.
Se un tale teorema, per ora constatato, peraltro sistematicamente, nei casi che si presentano, dovesse essere dimostrato, e quindi applicabile a tutti i casi, almeno per quanto riguarda il Mondo Occidentale ed altre Entità ad esso riconducibili, molte importanti riflessioni si aprirebbero sull'Umanità, sulla sua natura, la sua storia, la sua provenienza e il suo destino; senza nulla togliere, anzi, forse, aggiungere qualcosa alla spiritualità dell'Uomo e al concetto di Dio.
Ma... alla fine della fiera, noi nonni contiamo o no?
giovedì 24 maggio 2007
IL PROBLEMA DELLE DISCARICHE IN CAMPANIA
Chist' 'a fann' tant' longa! 'O prubbema d'a munnezza a Napule e dintorni è semplicissimo. Nun se cumbina niente fin' a quann' nun se fa l'accordo c'a camorra; tutt' 'o riesto ('a casiniana o casinista sudditanza psicologica, i sottil distinguo d'u ragazz' llà, comm' se chiamm'... Pecoraro Scanio, 'o frate 'e chillo 'e Bruxelles, 'e finte dimissioni 'e Bertolaso, l'ira funesta del pelide Napolitano, 'u volemose bene d'u mitico Romano, 'u bussolotto pilotato d'a protesta popolare, 'a bufala d'i inceneritori in costruzione a enne anni, 'a cabala d'i tot numero d'incendi dolosi co' 'e conseguenti emissioni 'e diossina e d'i rifiuti tossici, 'u crescendo rossiniano d'i sguazzanti e un po' pelosi mass media, etc, etc...) so' chiacchiere al vento, aria fritta, pe' nun dicere fregnacce. Hanno raggione l'inavvicinabile Bassolin e l'ermetica Jervolin.
Quann' sapremo che tutt' è a posto, vo' dicere che ann' truvat' ll'accord'. E cu' chest' stateve bbuono n'ata vota (scusate tanto ma 'o tema era tropp' mpurtant').
mercoledì 16 maggio 2007
IL DRAMMA E LA COMMEDIA
Amo particolarmente il teatro. Ho scritto anche un testo teatrale, di recente, per lo spazio teatrale PiM di Milano, del quale spero possano occuparsi prossimamente Monica Liguoro e Massimo Bologna, nonché Simone Ricciardi, e quindi, possa essere rappresentato; un testo che, significativamente, per quanto dirò, è un po' dramma, un po' commedia. Parlo, quindi, di quanto segue in termini teatrali, anche se non credo abbia molto a che fare con il teatro.
Appartengo alla generazione dei sessantenni, una volta, incendiari. Noi siamo quelli che hanno sperato di poter davvero cambiare il Mondo; di poter pervenire ad un'epoca di grande civiltà dove potessero affermarsi la felicità e la giustizia universali, dove non esistessero frontiere e la libertà individuale fosse soprattutto libertà di amare in tutti i sensi, e coesistesse armonicamente con il benessere sociale, se non una specie di nuovo Paradiso Terrestre, di dantesca ispirazione, questa volta per tutti, un progetto di serena e duratura vivibilità della Terra, la realizzazione del quale procedesse contemporaneamente alla ricerca di Dio, e l'una e l'altra cosa, ciascuno portasse dentro di sé; un sé eterno e quindi esso stesso, forse, espressione della Divinità.
Tutto questo è crollato, si è rivelato utopia irrealizzabile e quindi è rimasta a quelli della mia generazione che ci avevano creduto, solo amarezza e un vago senso di morte.
Abbiamo dovuto arrenderci o, per dirla alla Paulo Coelho (Lo Zahir pag.259), ci siamo arresi alla 'realtà'.
Cadaveri imbiancati si diceva degli Andreotti, tanto per non fare nomi, e quei cadaveri imbiancati erano invece vita, la 'vera vita', come dimostra il fatto che il suddetto è, guarda un po', ancora vivo e vegeto, così come è vivo,vegeto e superattivo un Mike Bongiorno (peraltro grande professionista e maestro della comunicazione), o un Francesco Cossiga e, per la legge del contrappasso, 'cadaveri imbiancati' sono invece diventati i vari Giorgio Gaber, Enrico Berlinguer, Che Guevara (anzi il suo assassino della CIA è vivo e vegeto, oggi arzillo vecchietto risiede a Miami, in Florida e rilascia interviste a destra e a manca, anche se si vedono affiorare sul suo volto, tetri da rabbrividire, i segni della cattiva coscienza; non è lui il mito, ma colui che ha ucciso a sangue freddo), Mao Tse Tung e via salmodiando.
Il nostro era dramma, ma, ahimé, non è finito, si è trasformato in commedia.
Di fronte a quanto ho sopra detto, vedere quelli che rappresentavano, o, in linea discendente, avrebbero dovuto continuare a rappresentare quelle tensioni ideali e quel respiro esistenziale, coloro nei quali avevamo riposto sogni e speranze, e ai quali avevamo riconosciuto capacità di esserne avanguardia, promotori delle nostre illusioni, di quello che volevamo, l'imagination au pouvoir si diceva, non arrendersi, drammaticamente, appunto, rinunciare, soccombere, denunciare, per carità, senza arrivare al punto di, addirittura, morire, come i predetti Gaber, Berlinguer, Guevara, o Sartre, de Beauvoir, Luther King, gli stessi Enrico Mattei, Aldo Moro o chi altro si voglia considerare in questa chiave di lettura, ma sostenere bellamente, tra una regata e l'altra (tanto per fare un esempio, inutile dire di chi si parla, con quei baffetti da sparviero), che tutto continua come è sempre stato (soprattutto la poltrona), tra due gnocche del personale, che la Presidenza della Camera è un segno decisivo del potere popolare (idem senza baffetti da sparviero, ma con sigaro cubano) o, quanto meno, che manca poco, si è ad un passo da esso, tra un conato di protagonismo e l'altro, che dobbiamo prendere esempio da chi? Ma dagli americani, perbacco (Musso, sempre tanto per non fare nomi, ma è solo un esempio), o fare come i candidi Piero Fassino, et similes, che paiono non accorgersi di nulla di tutto ciò che accade intorno a loro, e continuano a riempirsi la bocca di Afghanistan, Israele, conflitti di interesse, TAV, discariche, gas serra, l'italianità della Telecom e via blaterando, oppure decretare l'assunzione in gloria addirittura di ex S.S. (sapete a quali personaggi mi riferisco), ammiccare alla Lerner a pseudonostalgie studentesche, che vengono attualizzate e, in tal modo, cristallizzate o imbalsamate, e così via, è come se a teatro, nel corso della rappresentazione di un dramma dagli accesi toni emotivi, silenzio, tensione, scene soffici, scure, si accendessero improvvisamente luci forti e violente e tutto si trasformasse, senza alcun senso, in una burletta a tarallucci e vino, con tanto di tric-ballac, putipù e scetavajasse; una doccia fredda, un'orgia di luci e di suoni al posto della silente e carica riflessione, della acuta tensione, da potersi toccare con mano, o da sentir volare una mosca, potrebbe dirsi.
Il loro chiacchiericcio o vuoto cicaleccio offende, la loro abilità e il tempismo nel riciclarsi offende, la strumentalità della loro sopravvivenza (in senso metaforico). Noi siamo gli sconfitti, i morti (anche qui in senso metaforico) viventi (qualcuno per non morire, per non affogare nella commedia, ha sostituito con la propria drammaticità o drammatizzazione personale il dramma che, nella nostra gioventù, era nella società e nel mondo, ed ha drasticamente cambiato bandiera, ma non so se funziona), tuttavia testimoni, per un domani, per il trasformarsi della vita di un domani, di un volo dell'angelo che poteva essere un lungo volo nel cielo terso dell'esistenza, ed invece è stato il precipizio, il fosso, il cielo inquinato e torbido dell'esistenza, mentre loro sono vivi e vitali, ma soprattutto saltellanti e giulivi, alla faccia delle nuove generazioni, alla faccia del tanto gettonato "largo ai giovani", alla faccia di far sì che i protagonisti della propria vita ne siano essi stessi inventori e artefici e non i 'gran vecchi', il che una volta si contestava proprio ai 'cadaveri imbiancati' di allora; e questo chiude il cerchio. Questa commedia sulle sorti di un'intera generazione che cosa è, in sé, se non appunto un dramma, anzi una tragedia?
E qui mi fermo per un po'. Questo blog deve fermentare per un po' come il mosto e le bucce d'uva separate dal graspo nei tini; quindi stateve buono e jammuncenne a' casa.
Adiòs (pe' mmo').
lunedì 14 maggio 2007
SI PUO' CRITICARE IL PAPA?
E' lecito, anche se si è credente, criticare il Papa? Potrei sbagliare, ma, secondo me sì; prego, quindi, chi non è d'accordo, di astenersi dal proseguire nel leggere queste poche righe.
Il Papa (che si è dichiarato contro le coppie di fatto e le unioni gay e a favore della famiglia tradizionale, contro l'aborto, contro il divorzio, e contro l'eutanasia, contro il sesso se non in costanza di matrimonio e al categorico scopo di procreare, che ha definito terrorismo manifestare idee dissenzienti rispetto a quanto sopra e il terrorismo islamico un atto contro lo stesso Dio in cui credono i musulmani, che ha preso ben precise posizioni con riferimento alla conservazione degli embrioni e alla fecondazione assistita, che milita per l'affermazione delle origini cristiane dell'Unione Europea, che svolge la sua visita in terra straniera, non come missione pastorale, ma come evento di Stato, quindi manifesta il potere della Santa Sede e rivolge invito, non agli uomini e donne di buona volontà, ad ascoltare la lieta novella, ma ai Vescovi neolatini a riconquistare i fedeli che si sono allontanati dalla religione cattolica, e così via) proclama ex cathedra che la Chiesa non deve fare politica. Ma questo, detto in Sud America, dove il locale Clero ha, in gran parte lottato e continua a lottare contro le ingiustizie sociali, le torture e le uccisioni dei regimi dittatoriali, le connivenze e gli interessi delle multinazionali che affamano il popolo, equivale a dire: "faciteve i cazzi vostri".
E questo, a mio avviso, non è proprio papale papale.
sabato 12 maggio 2007
OMAGGIO A SIGMUND FREUD
Il Ministro che ha scoperto il sistema dei "pizzini", anche se non è monopolista del copyright (che, al di là di facili e insulse ironie, merita di essere amato e lodato perché in questa palude intellettuale, almeno ha scoperto qualcosa), tuttavia è in fallo; sia pure una sola volta (o forse una volta ogni morte di papa), sbaglia, e io, come fan, vorrei dare tutto il mio accorato contributo per correggere l'errore se riscontrato.
Il sig. Ministro è, tra gli uomini pubblici, quello che dichiara più spesso (statisticamente di gran lunga più spesso) "io sono leale". Questo è sbagliato perché, che cosa c'è da pensare? O lo dice per smentire i molti che dichiarano il contrario, o per rassicurare se stesso. Nel primo caso che cosa c'è da credere? Se molti lo sospettano, un dubbio, sia pur vago, ci sarà. Io stesso che, rispetto ad essi, ho sempre pensato fermamente il contrario, vacillo e ho paura che finirò, in modo assolutamente fermo e deciso, col pensare, a questo punto, ancora il contrario. Nel secondo caso viene percepito come una specie di autodenuncia; e ciò non sta bene, è erroneo e infondato. In ogni caso, per malizia o per riflessione psicologica non conviene dire quella frase, disorienta il popolo che egli egregiamente rappresenta e confonde lo stesso rappresentante.
Non sarebbe meglio una frase del tipo: "Sarò pure (un po') sleale, però quello che faccio lo so fare bene e come!" Non le pare caro Ministro?
E' un po' la stessa storia del Family Day. Io metterei tutte e due le mani sul fuoco che lei ci è andato perché appassionato della famiglia; ma andandoci ha dato adito a credere che o ci è andato per fargliela vedere a quelli che la tacciavano di aver "trovato il posto", facendo pesare la sua indiscussa autorità, a tutti i membri della sua famiglia, parentale e acquisita, o per esorcizzare il nepotismo che è nella sua coscienza. In ambedue i casi non sarebbe stato meglio non andarci, tanto più che c'era il Berlusca che, stando ai gossip, predica bene e razzola male?
giovedì 10 maggio 2007
TAM -TAM
Passano anche attraverso i sogni lontani suoni.
I primitivi sono più vicini a Dio.
C'è più misticismo nella foresta amazzonica (quel che resta di essa) che in qualsiasi tempio, cattedrale, sinagoga o moschea del Mondo.
Perché? Dio solo lo sa.
I primitivi sono più vicini a Dio.
C'è più misticismo nella foresta amazzonica (quel che resta di essa) che in qualsiasi tempio, cattedrale, sinagoga o moschea del Mondo.
Perché? Dio solo lo sa.
mercoledì 9 maggio 2007
IL "TERRORE" E L' "APOCALISSE"
Popoli latini, vicini, con un decorso storico molto intrecciato, viene automatico e naturale un confronto tra Italia e Francia.
Il discorso qui non è tanto lo sviluppo evolutivo per cui, in tutti campi, la Francia è, mediamente e cronicamente, 15 - 20 anni avanti rispetto all'Italia, frutto del destino, nonché del carico di arretratezza, subcultura e problemi che ci siamo addossati, insieme a bandiere, fanfare e fanfaronate, con una buona dose di retorica e demagogia, in occasione dell'unità d'Italia, soprattutto per come è stata fatta l'unità d'Italia (i monumenti: anche quelli sono da abbattere), ma il discorso di fondo è quello di una differenza sostanziale nella vita pubblica, che fa molto disperare sulle possibilità di superare questo gap sociale ed esistenziale (anzi fa temere che esso possa aumentare, aumentare, aumentare fino al punto che noi italiani non contiamo più nulla. Camminare in bilico su un baratro, come i muli, è uno sport nazionale più del calcio).
Per coloro che detengono il potere tanto nel settore pubblico, quanto in quello privato, in Francia, lo Stato è una madama, o una regina, per definizione, bella ricca e potente, da cui c'è da attendersi il "bene del Paese"; può quindi essere portata agli onori dei troni e degli altari se risponde alle aspettative, o, viceversa, vilipesa e addirittura ghigliottinata sulla pubblica piazza, per essere sostituita da un'altra madama se non ottempera a quanto necessario. Per gli omologhi soggetti, in Italia, invece, lo Stato, ancora una volta per definizione, è una mucca da mungere a più non posso, da tenere, quindi in buona salute quel tanto che non smetta di dare latte, o, se si vuole, con analoghi intenti, una bagascia da sfruttare il più possibile. Conseguentemente i cittadini francesi vivono in una situazione di centralità: i palazzi, le cattedrali, le piazze delle gogne e delle esecuzioni capitali; i cittadini italiani, invece, in una situazione marginale: le stalle, le suburre.
In queste condizioni potrà mai esserci una parificazione, ovviamente al rialzo e non certo al ribasso (nell'interesse anche della comunità internazionale e, in particolare, di quella che si riconosce nei valori europei e mediterranei)? Qualcuno, per caso, aveva creduto che bastasse fare l'"Europa Unita", aderire al trattato di Schengen, entrare a far parte dell'area Euro?
Il dato storico è che, mentre in Francia ci sono state varie rivoluzioni che hanno fatto progredire la vita pubblica, modernizzato lo Stato e rilanciato il concetto di pubblico interesse, e, in particolare la Grande Rivoluzione, in Italia, dove per la nostra mentalità, la nostra cultura, la nostra storia ce n'era bisogno, non c'è mai stata una vera rivoluzione (bisogna risalire al Cristianesimo, che fu certo un fatto rivoluzionario per l'Impero Romano), e con tutta probabilità, mai ci sarà; troppo Vaticano, troppa America, troppa mafia e camorra in un contesto dove ormai tutti i giochi sono stati fatti ed ogni avvenimento è connesso con ogni altro nel resto del Mondo, in modo inscindibile e non più recuperabile [non possiamo più fare a meno degli extracomunitari, non possiamo più fare a meno del trattato UE, dei sistemi informatici, di internet (ci siamo arrivati in un amen e non ce ne siamo neanche accorti), financo del telefonino, ormai è impossibile fare a meno, e così via]; per cui, con tutta probabilità, si perpetuerà in aeternum il nostro, non tetro, ma grigio e stagnante destino che prevede la miseria morale, materiale e spirituale qui, la ricchezza e il fiorire delle arti e delle idee altrove, qui la bocca piena (V, VI potenza mondiale e via vaneggiando), la testa vuota, le furbizie al potere, le intelligenze in fuga. Sempre che le cose non peggiorino e il grigio non diventi sempre più grigio, più scuro, nero, più nero, nero-notte, notte fonda (è pur vero che ci sarebbe poi da sperare che spunti l'alba di un nuovo giorno, ma questo è tutto un altro discorso).
Ma se dovesse esserci... se dovesse accadere l'inaccadibile... temo proprio, per come è incancrenita oltre misura ogni cosa, che, accantonate le logiche gattopardesche, con buona pace di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, impallidirebbero i Robespierre e Saint-Just, e bisognerebbe andare a consultare S.Giovanni Evangelista per trovare qualche corrispondenza.
Stamo a véde'
lunedì 7 maggio 2007
SODOMA
Basta con le continue lamentele fini a se stesse!
Dovremmo smetterla di piangere sempre sul latte versato!
'A cittadì', se ammetti che mafia e camorra sono la risposta italiana alla stagnazione dell'economia e alla concorrenza dei Paesi dell'Est, così come per Francia, Germania, Inghilterra, Giappone e altri potenti Paesi, possono essere l'approccio culturale, la capacità e credibilità negoziale, per gli U.S.A. l'attitudine militare, e così via, non puoi, poi mugugnare sulle connivenze con le Forze dell'Ordine, Magistratura e Forze Politiche, sulla ferocia dei capi, sul cinismo e opportunismo del mondo imprenditoriale e finanziario, sull'acquiescenza della gente e sul Clero che chiude un occhio e qualche volta tutti e due.
Quanto alla recrudescenza di fatti di sangue e microcriminalità nella città di Napoli e hinterland, non è chiaro se le critiche sono rivolte alle Istituzioni che, prese come sono nei loro traffici e intrallazzi con la malavita organizzata, non danno efficaci risposte, o alla camorra perché "una volta almeno provvedeva a tenere tutto sotto controllo a vantaggio dei negozianti che pagavano il pizzo", mentre ora, attratta da interessi più importanti, addirittura internazionali e intercontinentali, non se ne occupa più.
Nel primo caso è una legittima e sacrosanta rimostranza, anche se occorrerebbe qualcosa di più del solito bla bla; nel secondo caso è mistificazione e ipocrisia bella e buona, perché non puoi pretendere e reclamare il controllo del territorio da una parte, da chi, poi ti fa schifo e sei pronto a massacrare, preso da un'altra parte.
Così non si procede di un passo in nessuna direzione, e rimane tutto fermo, come è tipico in questo curioso e inquietante Paese, che si chiama Italia
sabato 5 maggio 2007
ANNOTAZIONE DOPO IL MESSAGGIO
A proposito di Odifreddi (v. infra), dopo aver letto il messaggio del "provocatore" (che ringrazio dell'attenzione prestatami), del 3.4.07.
L'eccesso di logica, come alcune storie di grandi scienziati comprovano, porta alla follia. Follia = Dio?
D'altronde le formule matematiche e i concetti filosofici valgono, in modo di gran lunga maggiore di quanto comunemente si creda, per la loro armonia e bellezza, in definitiva per la loro sublime semplicità; concetti estetici più che dimostrativi e cognitivi. Tutto questo ci riporta alla Poesia. C'è più poesia nella matematica e nella filosofia di quanto non si immagini.
Allora è forse possibile assimilare la poesia, la semplicità a Dio?
Indubbiamente sarebbe, non semplice, ma assolutamente semplicistico dire: Poesia=Dio, come prima Follia= Dio.
Va considerata, allora, piuttosto la contemporaneità e commistione dei due concetti, solo apparentemente contraddittori, essa riconduce all'idea dell' Infinito (o degli Infiniti, vedi Cantor).
In definitiva, come nelle dimostrazioni logiche o matematiche "per assurdo", più leggo gli scritti dimostrativi dell'inesistenza di Dio (v. in particolare, ma non solo, Odifreddi: pregevole e acutissimo autore che forse plus dixit quam voluit), più mi convinco della sua esistenza.
L'eccesso di logica, come alcune storie di grandi scienziati comprovano, porta alla follia. Follia = Dio?
D'altronde le formule matematiche e i concetti filosofici valgono, in modo di gran lunga maggiore di quanto comunemente si creda, per la loro armonia e bellezza, in definitiva per la loro sublime semplicità; concetti estetici più che dimostrativi e cognitivi. Tutto questo ci riporta alla Poesia. C'è più poesia nella matematica e nella filosofia di quanto non si immagini.
Allora è forse possibile assimilare la poesia, la semplicità a Dio?
Indubbiamente sarebbe, non semplice, ma assolutamente semplicistico dire: Poesia=Dio, come prima Follia= Dio.
Va considerata, allora, piuttosto la contemporaneità e commistione dei due concetti, solo apparentemente contraddittori, essa riconduce all'idea dell' Infinito (o degli Infiniti, vedi Cantor).
In definitiva, come nelle dimostrazioni logiche o matematiche "per assurdo", più leggo gli scritti dimostrativi dell'inesistenza di Dio (v. in particolare, ma non solo, Odifreddi: pregevole e acutissimo autore che forse plus dixit quam voluit), più mi convinco della sua esistenza.
ESISTE ANCORA UNA MILANO DA BERE?
MILANO DA BUTTARE
La zona sud di Milano (la grande metropoli dove, quando piove, non si può scendere dai marciapiedi), zona Vigentina, è impagabile per le sue caratteristiche (grandi spazi vuoti o semiattrezzati, ereditati dall'epoca industriale, fiorire di nuove costruzioni, agglomerati edili e parchi), quale Cittadella permanente della Moda, ormai compressa e periodicamente arrangiata in zone congestionate, Fiera, o altre aree sparse; potrebbe aggiungersi l'arricchimento di strutture moderne (ce ne sono a iosa di fabbriche abbandonate adattabili) per musei, sulla falsariga di Bologna (MAMbo), Roma (MACRO), Napoli (MADRE), per non parlare dell'ormai storico MART di Rovereto. Tra l'altro sarebbe, in tal modo, evitata la concorrenzialità abitativa con altre zone, a vantaggio di queste ultime e con un armonico quadro urbanistico per la città. Ma i Pubblici Amministratori Milanesi responsabili in materia, che cosa fanno? Preferiscono trascurare, o meglio buttare via la zona Vigentina, e vanno ad invadere il già intasato Centro, o vanno a spendere molto di più in posti del tutto isolati e lontani.
Quali vantaggi derivano, da quanto sopra, ai cittadini-utenti?
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MA MILANO E' SEMP' MILANO
Bisogna convincersi che le cosa basta dirle... poi si fanno (da sole)!
Vi eravate mai accorti che a Milano ci sono 3 nuovi grattacieli nell'area dell'ex Fiera? E che sono già pronti e posti in opera i presupposti strutturali perché nel 2012 vi siano altri 8 grattacieli qua e là nella città?
UN ALTRO MIRACOLO A MILANO? Boh!
giovedì 3 maggio 2007
PARENTOPOLI
Bravo Santoro (mi riferisco all'ultima trasmissione, veramente alla grande - a parte i tanti "mi meraviglio" detti, che facevano sembrare tutti Alice nel Paese delle meraviglie)! Hai poi realizzato che tutta l'Italia è in una fogna da cui è molto difficile uscire (s'è detto: cerchiamo di dare migliori indicazioni e migliori prospettive alle prossime generazioni, perché queste di oggi, ormai sono "andate"). Allora mi associo con una osservazione costruttiva: alle domande, secondo me, vanno sempre fatte seguire le risposte. Manca la risposta a quella domanda del barone: "credete voi che mi sarei esposto ad azioni giudiziarie e ad attacchi personali per favorire l'assunzione di mio figlio?" RISPOSTA: "Sì" è naturale.
Quanto alle pallonate sull'Università, mi meraviglio (a mia volta) che non è stata fatta la lampante osservazione che sarà pure vero che l'America spende 3 volte quello che spende l'Italia, ma le Università americane, come è notorio, offrono opportunità e servizi 10 volte più qualificati che in Italia; il problema, quindi, non è quanto si spende, ma come si spende. Qui si spende malissimo.
Mi fa ridere poi chi contrappone al nepotismo (e lobbismo aggiungerei) trionfante e galoppante che c'è in Italia in tutti i campi, come è stato efficacemente sottolineato da Travaglio, i "privilegi di classe" che qui non c'entrano niente (il deputato chiamato a rappresentare le classi meno abbienti, che cosa fa? Piazza il parente o il compare, forse meno abbiente pure lui; semmai giocatore nella squadra di calcio locale).
Niente niente ci sono, per caso, parenti di Musso in giro?
MA COS'E' LA DESTRA? COS'E' LA SINISTRA?
Ci sarà mai in Italia una Destra moderna, capace di battere la Sinistra sul piano della minor spocchia e maggiore tolleranza, del rifiuto di tutto ciò che è espressione e, al tempo stesso, frutto di compiacimento demagogico ed egoismo elitario, sfrondata di quell'acritico ossequio istintivo verso i potenti, e senza nessuna retorica, ma esclusivamente cautela, onestà intellettuale, competenza, dignità e un pizzico di entusiasmo e di passione, e capace di non essere, dalla Sinistra, battuta sul piano della sua arretratezza, dell'obsolescenza, dell'involuzione (signori parrucconi perché ogni volta c'è l'unanimità corporativista, la presa di posizione intransigente, l'affermazione apodittica, la richiesta irrinunziabile, le accuse sono sempre infondate e strumentali, ma poi arrivano le condanne, immancabilmente ferme e incondizionate e tante altre chiacchiere vuote ed enfatiche? L'apologia del non sense; chi non è d'accordo è un irresponsabile... e chi più ne ha più ne metta), e sul piano del riconoscimento della Storia? Una Destra capace di far capire bene, con argomenti e fatti convincenti e non viziati da mistificazioni e brogli, ora che non esiste più la classe operaia (o, se preferite, si è talmente trasformata e sparsa nella genericità sociale da essere irriconoscibile e indistinguibile), che sono definitivamente tramontate le utopie della dittatura del proletariato e dell'organizzazione cellulare dell'Universo, che cos'è l'assistenzialismo e che cos'è il rimboccarsi le maniche, quali sono gli obiettivi e gli scenari che si presentano di fronte alle due opposte direzioni? Se sì io ne sarò elettore e sostenitore.
mercoledì 2 maggio 2007
LA FINE CHE FANNO TUTTE LE RELIGIONI "UFFICIALI"
L'ufficialità della Chiesa Cattolica si sta sempre di più allontanando dal cuore della gente, restando confinata nelle nicchie, più o meno grandi, di vari interessi, non esclusi quelli politici, o imprigionata nel biascicare ripetitivo e chiuso di preci dei vecchi, fatalmente e umanamente speranzosi nell'ultimo appuntamento della loro vita.
Sono d'accordo con Andrea Rivera [si guardi alla sufficienza o all'intento elusivo con cui è trattato o manipolato dai mass media il "fattaccio", l'incidente di percorso al concerto del I° maggio a Roma (così come l'incidente mortale da lavoro nero a Sorrento); l'hit parade è ancora (per poco) appannaggio d'a Franzoni]: un'assurdità, tra altre, a dire il vero, il diniego di funerali religiosi a Piergiorgio Welby, al quale (chiunque abbia un briciolo di misericordia nel cuore, lo pensa, senza scomodare la Gloria di Dio) non saranno state, certo, sbarrate le porte del Paradiso.
Sono d'accordo con Andrea Rivera [si guardi alla sufficienza o all'intento elusivo con cui è trattato o manipolato dai mass media il "fattaccio", l'incidente di percorso al concerto del I° maggio a Roma (così come l'incidente mortale da lavoro nero a Sorrento); l'hit parade è ancora (per poco) appannaggio d'a Franzoni]: un'assurdità, tra altre, a dire il vero, il diniego di funerali religiosi a Piergiorgio Welby, al quale (chiunque abbia un briciolo di misericordia nel cuore, lo pensa, senza scomodare la Gloria di Dio) non saranno state, certo, sbarrate le porte del Paradiso.
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